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Stazione 4

Il Risorto sulla strada di Emmaus

 

P Ti adoriamo Gesu risorto e ti benediciamo
T Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.

Dal vangelo secondo Luca (Lc 24, 13-19.25-2 7)
In quello stesso giorno due discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro (...). Ed egli disse loro.~"Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! (...) E spiegò loro le scritture.

G Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". In questa espressione del Risorto sulla via di Emmaus, c’è la chiave di lettura e l’ingresso nel mistero della sofferenza. Ovvero il Cristo doveva sopportare lo strazio per poter entrare nel gaudio.

La sofferenza, dunque, è solo la strada per la gioia. Il dolore è solo il costo dell’amore. Cristo facendosi come noi, ha assunto la nostra morte. Facendoci come Lui, ci ha donato la sua pasqua. Egli non si è fermato al venerdì santo. Non ha permesso che sulla sua tomha crescesse l’erba. Alla luce di questo messaggio, si può affermare che il soffrire passa, l’aver sofferto resta. Resta come cicatrice d’amore offerta al Padre per i fratelli. Resta altresì come ricchezza d’esperienza.

I dolori sono grandi lezioni. Sono insegnamenti che segnalano ciò che nella vita è veramente essenziale. L’uomo che soffre, quando non dà il timbro di inutilità al suo soffrire nel qual caso si può inasprire acquista nuove capacità di comprensione e di partecipazione rispetto ai dolori degli altri. Si ritrova con inedite capacità di lotta contro il male di ogni tipo per risolvere le proprie e le altrui sofferenze.

Fratello, sorella che avverti nella monotonia della vita, la fatica di andare avanti come i due rassegnati e depressi, diretti a Emmaus, sii certo che nessun male è invincibile perché Cristo Risorto cammina con te. E, nella misura in cui a Lui ti affidi, ricevi da Lui il potenziamento della speranza contro la disperazione. Ecco l’annuncio lieto: l’amore provato dalla sofferenza è di coloro che sono consolati dal Padre. E poi, esperti della Sua consolazione, diventano consolatori in nome di Dio.

T È Risorto! Esulta il cuore. È Risorto! Più non muore, santa Vergine, il tuo Figlio.

P Signore Gesù, ci incroci su questa strada stanchi e delusi. Non ci hai abbandonati a noi stessi e alla nostra disperazione: grazie, Gesù. Ti rivolgeremo questa preghiera infinite altre volte nella sera del nostro smarrimento, del nostro dolore, della nostra immensa nostalgia di te. Ma ora comprendiamo che essa non raggiunge la verità ultima del nostro rapporto con te. Infatti tu sei sempre con noi. Siamo noi, invece, che non sempre restiamo con te, non dimoriamo in te. Per questo, o Signore Gesù, ora ti chiediamo di aiutarci a restare sempre con te, ad aderire alla tua persona con tutto l’ardore del nostro cuore sofferente.

Tu che vivi e regni nei secoli eterni.

Amen.

Canto